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Qualche giorno fa, a Roma, una bambina di sei anni è stata vittima di un prelievo coatto ingiustificato, motivato dalla controversa e scientificamente rigettata teoria dell'alienazione genitoriale. Nonostante la riforma Cartabia preveda il ricorso a tali misure solo in caso di grave pericolo, il sistema ha ignorato i diritti della minore, strappandola dal calore della sua casa. Una comunità di vicini ha tentato invano di proteggere la piccola, opponendosi a un'operazione condotta con spietata freddezza burocratica. Questo episodio evidenzia un sistema che non tutela i bambini, ma li distrugge, mentre le istituzioni e il governo restano inerti, complici di un'ingiustizia che lascia ferite indelebili.

Essere un padre separato significa vivere a metà, affrontando non solo il dolore di essere lontani dai propri figli, ma anche enormi difficoltà economiche. Con oltre 800.000 padri separati che vivono sotto la soglia di povertà in Italia, la situazione è resa ancora più difficile dalla mancanza di supporto adeguato, come la recente cancellazione del Reddito di Cittadinanza. Nonostante il sistema ignori spesso il ruolo fondamentale dei padri, questi continuano a lottare, cercando di essere presenti nella vita dei loro figli, trasformando l’assenza in un amore che resiste, anche nell’indifferenza sociale ed economica.

Il ruolo delle nuove compagne dei papà separati è spesso criticato o sottovalutato a causa di pregiudizi culturali, conflitti con l’ex partner e resistenze dei figli. Stereotipi e giudizi morali le dipingono ingiustamente come intruse, ignorando il loro prezioso supporto emotivo e pratico. Il loro contributo, spesso invisibile, è essenziale per la rinascita familiare.

Il femminismo combatte il patriarcato, ma spesso lo sfrutta per giustificare privilegi che non intende abbandonare, come l'affido dei figli o le quote rosa. Perché la parità dovrebbe essere una lotta a senso unico, quando gli uomini pagano il prezzo più alto in termini di suicidi, alienazione e giustizia?

In questo periodo di festività, che per molti dovrebbe rappresentare un momento di vicinanza e serenità familiare, l’associazione Padri in Movimento desidera rivolgere un pensiero di solidarietà e supporto a tutti quei genitori separati che, nonostante le difficoltà, continuano con determinazione a lottare per il diritto di essere presenti nella vita dei propri figli.

Essere padre oggi significa spesso affrontare una lunga e dolorosa battaglia legale per rivendicare il diritto di vedere i propri figli. In un sistema che privilegia ancora stereotipi superati, ignorando il principio della bigenitorialità e i bisogni dei bambini, i padri si trovano a lottare contro tempi di giustizia interminabili e barriere culturali. Quanto ancora si potrà tollerare questa evidente disparità?