Ieri sera mi trovavo a cena con un membro del direttivo di Padri in Movimento e si discuteva degli effetti sull’opinione pubblica che avrebbe portato l’operazione “Angeli e Demoni” di Reggio Emilia e su quanto immediata e prevedibile sarebbe stata la risposta di tutto il comparto che ruota attorno al business del dolore. Infatti non si è fatta aspettare, una manovra classica che potrei definire da manuale, alla Ponzio Pilato dei bei tempi in cui il governatore romano si trovò davanti a un dilemma, fare la cosa giusta liberando Gesù o tutelarsi mettendo la carriera al di sopra della coscienza e della giustizia. Così è stato fatto, si è sacrificato Gesù in quel momento, un ebreo apparentemente insignificante per Cesare.
Molti professionisti a vario titolo dopo il caso degli affidi “irregolari” dopo una iniziale reazione di meraviglia sono subito passati all’azione di condanna, giudicando quel sistema “marcio”, prendendone immediatamente le distanze come se quell'apparato avesse operato su un altro pianeta. Eppure in un paese come il nostro, dove tutto si sa perché tutti sanno e solo quello che non si fa non si sa, risulta troppo difficile credere che nessuno di loro sapeva e allo stesso tempo risulta troppo facile lavarsene le mani ripulendo la coscienza dalle proprie responsabilità o colpe, scaricandole sugli altri, una minoranza. Il whistleblowing è legge dal 2017, chiunque può denunciare episodi di corruzione e irregolarità alla Magistratura e non essere punito rimanendo tutelato in assoluta segretezza. Credo fermamente che chiunque osservi e comprenda ma per paura non denuncia è sostanzialmente corresponsabile del reato. Un assurdo che il buon Jean Paul Sartre ha colto in pieno definendo che si è “sempre responsabili di quello che non si è potuto evitare”, appunto per questo mi chiedo, questi illustri personaggi, oggi salvifici commentatori che si ergono a giustizieri sui social fino a ieri dove si erano nascosti a fare le tre scimmiette? Lavoravano con etica e professionalità a vario titolo o erano in una virtuale aspettativa? Eppure il sistema ha sempre operato con una prassi consolidata, stesse dinamiche ormai note a tutti, perché le leggi sono le stesse, poi ci sono gli assistenti sociali, avvocati, psichiatri e psicologi, associazioni per l’affido familiare e case famiglia, amici degli amici con qualche conflitto d’interesse ma tanto rappresentano una grande famiglia autotutelante che non guarda l’interesse del minore bensì l’interesse nel minore.
Nulla è stato detto fino a ieri, nessuno ha mai denunciato pubblicamente, eppure il fango è ben conosciuto a tutti i livelli e lo stesso ex Giudice del Tribunale di Bologna, Francesco Morcavallo ci ha raccontato in dettaglio come funziona il “più osceno business d’Italia”. Cari psichiatri, psicologi, uomini e donne delle CTU e CTP che, assieme agli avvocati, siete parte di questo sistema avendo l’obbligo di operare per il bene della collettività, scontrandovi, laddove necessario, con quanto vi viene chiesto o imposto per motivi diversi e poco attinenti a morale ed etica professionale. Proprio in questi giorni sarebbe opportuno evitare di strumentalizzare questa vicenda per trarne vantaggio, che sia personale, politico o ideologico, ricordandovi che i processi si fanno dentro e non fuori i Tribunali e comunque potevate intervenire in tempi non sospetti per evitare questo schifo.
Ciò che è accaduto è un vero e proprio fallimento per tutti, per le istituzioni, per le famiglie e per i bambini, una vergogna per l’Italia tutta, dalla quale nessuno è escluso. Intanto i troppi Ponzio Pilato e sciacalli che girano liberi e che si sono avvicendati in questo business che poco ha avuto a che fare con la tutela dei minori, spero vengano consegnati nella mani di una Giustizia che operi seriamente con competenza, imparzialità e indipendenza. Last but not least, i decreti e le delibere di affidamento vengono firmati dai Giudici e non da Sindaci o assistenti sociali, tenetelo a mente.