I PAPA' SEPARATI NON UCCIDONO I FIGLI, LI AMANO. NON GENERALIZZATE.

Jakub Stanislaw Golebiewski • 29 giugno 2020

Noi di "Padri in Movimento" ci teniamo a precisare che la realtà separativa è fatta di dolore ma anche e soprattutto di tanto amore verso i propri figli.

"Andrà tutto bene".
Questo slogan, quasi un tormentone, ce lo ricordiamo con un sano ottimismo da lockdown. Eravamo convinti che il coronavirus ci avrebbe cambiati in meglio, sotto tanti punti di vista. Ma la realtà di oggi è tutt'altro che questa.
E’ vero, ci sta cambiando, ma forse in peggio. Infatti, è bastato svegliarsi una domenica di fine giugno e leggere sui social una notizia che nessuno avrebbe mai immaginato. Un papà uccide i propri figli e si toglie la vita lanciandosi da un ponte
Esclamo un “Oh cazzo !!!”, seguito da un sobbalzo sulla sedia e dalla speranza che sia una fake news. Inizio la ricerca di altre fonti e inciampo subito in un commento orribile su Facebook che accompagna l’articolo de Il Mattino: “Il dramma dei papà separati”, prontamente modificato in “Devastato dalla separazione”. 
Mossa astuta dell’ultimo secondo quella della rettifica ma che non riesce a coprire lo scivolone iniziale, anzi aggrava ulteriormente il significato della comunicazione tentando di disintegrare in pochi secondi anni di dure battaglie da papà separato. Leggere quella notizia e quel commento è stato come affrontare uno tsunami emotivo che ti toglie il respiro in pochissimi secondi. 
Come padre separato e presidente dell’associazione “Padri in Movimento” che si occupa di tutela alla bigenitorialità, con un comunicato stampa ho preso immediatamente le distanze da questo modo di fare informazione, semplicistico e generalizzato che giudica e condanna senza entrare nel merito del reale problema. 
Sia chiaro, i padri non uccidono i figli all’alba di una separazione. Chi si macchia di tale delitto non può essere definito padre, ma assassino, mostro.
Noi padri separati non uccidiamo i figli, li amiamo più di noi stessi ed è assurdo pensare che per uno scivolone mediatico, chi oggi è deputato a proteggerli e crescerli sia invece descritto come il loro carnefice. Spesso portiamo il dolore di una separazione in silenzio e la violenza è anni luce lontana dal nostro modus operandiE' una banale ma dolorosa generalizzazione
Ma non è tutto. Prendiamo le distanze anche da altre testate giornalistiche che presentano l'assassino come un uomo che soffriva perchè stava affrontando una difficile separazione. Rendiamoci conto della gravità di questi banali messaggi e degli effetti devastanti che possono causare nell’immaginario collettivo, semplicemente giocando con l'associazione dell'idea dei padri separati a quella degli assassini.  
Quella separativa è spesso una narrazione fatta di dolore ma anche di tanto amore verso i propri figli che molte volte accompagna entrambi i genitori ad affrontare percorsi giudiziari difficili e complessi; ma questa non può essere assolutamente usata come giustificazione per un figlicidio. Quel gesto non ha alibi, giustificazione alcuna. 

Un padre separato lotta per e non contro i propri figli, per poter stare più tempo con loro, per vivere una nuova quotidianità, per riuscire a garantire un solido supporto e sostegno educativo, senza trascurare quello economico, importante quanto abilitante spesso la conflittualità. 
Provate a pensarla così: un padre separato lotta e soffre perché vuole continuare a vedere i propri figli crescere serenamente e non ha la forza di stringere le mani intorno al collo per ucciderli, ce l’ha per abbracciarli e stringerli a se. Immaginate ora di sentire i lamenti, le loro preghiere che supplicano di non ucciderli, il tentativo di reagire e l’escalation di forza e potenza per respingere la loro reazione fino a soffocarli. Lo sentite il peso del dramma consumato in quella camera da letto? 
Quell’uomo non era un padre separato e stava in vacanza con i propri figli, era semplicemente un perfetto e impeccabile mostro e come tale è giusto che venga ricordato, lontano da ogni idea che lo possa accomunare a tanti onesti e amorevoli padri separati. Parlare di lui come padre separato significherebbe redimere i suoi peccati, concedere delle attenuanti e nel rispetto di quei bambini e della loro madre non è assolutamente giusto farlo. Il tentativo di sminuire la gravità di quello che è accaduto scaricando la responsabilità dall’uomo che uccide freddamente i propri figli all’uomo che (forse) dovrà affrontare una separazione difficile voluta (forse) da quella donna che doveva essere punita significa giustificare l’ingiustificabile. 

Ed è questo il punto su cui bisogna fermarsi e non proseguire, ovvero nel momento esatto in cui entrano in gioco dinamiche mascoliniste e ideologiche ben distanti dalle problematiche reali dei padri separati ma legate a uomini feriti nell’orgoglio perché sedotti e poi abbandonati, rifiutati chissà per quale oscuro motivo. Dobbiamo fermarci qui, perché c'è il rischio che la narrazione di questo dramma possa diventare tossica con la conseguenza di affidarla esclusivamente ad un punto di vista maschile. 
L'uomo da carnefice vuole diventare vittima, è alla continua ricerca di una colpa assoluta che possa legittimare le azioni in tutta la loro profondità, perché alla fine non si deve guardare l’uomo, il padre, un assassino, ma si deve vedere la donna, la puttana, colei che ha rovinato tutto e deve essere punita. “Non rivedrai mai più i tuoi figli” questo è il messaggio nel pieno della notte su whatsapp seguito da un altro su InstagramCon i miei ragazzi, sempre insieme” e così è stato, dopo la furia distruttiva ed omicida che ha punito tutti lasciando in vita la donna, quella mamma da punire, rea di aver rovinato chissà cosa. 
Ora è la manipolazione mediatica su quel gesto che ci preoccupa, perchè si sta forzando nel farlo diventare “folle”, “disperato” e legarlo necessariamente ad un qualcosa che non era ma poteva essere. La separazione conflittuale. 

Non follia, non disperazione, ma volontà di vendetta, una dimostrazione di forza e di potere maschile che porta donne e bambini a morire tra mani “amiche”. 
E quel titolo ci fa ancora più paura, “Il dramma dei papà separati”, rimbomba nella nostra testa continuando ad offendere, infangando le vittime perché giustifica, in modo assurdo e scorretto, un uomo che, se  lasciato, uccide con crudeltà anche i suoi figli.

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