A ROMA IN TROPPI FANNO "COME JE PARE"

Teresa Curcio • 18 marzo 2020
Buongiorno a tutti.
Scrivo per la prima volta sul gruppo Sardine di Roma, quale cittadina romana residente nel quartiere, per esprimere il mio immenso rammarico e disappunto rispetto al comportamento di alcuni esercenti di attività commerciali del viale ed altri cittadini. 
Dopo una settimana reclusa in casa, in ambasce per la pandemia, questa mattina sono uscita per comprare uova e verdure, vivendo da sola e potendo ricevere la spesa online se non tra un paio di settimane. Prima di uscire ho dovuto fare appello al mio coraggio nonostante le precauzioni. Uscita su Via dei Meli, mi sono ritrovata un quartiere vivo, attivo e colmo di persone di ogni età e tipo come nulla fosse. Sono rimasta basita. Chi con i cani a far comunella, chi allegro in gruppetti davanti al pizzicarolo o di fronte l'entrata del macellaio, chi davanti al tabaccaio della piazza e chi davanti all’edicola, sia chiaro però, tutti accalcati ma con  mascherine ed i guanti. 
Dovendo andare fino al Carrefour ho tirato dritto attenendomi a quanto il GOVERNO impone in questo momento per il bene e la salute dell’intera nazione attraverso il DPCM del giorno 11 marzo. Durante tutto il percorso ho accumulato ansia e nervosismo, sebbene una delle mie doti sia la calma serafica anche sotto stress. Dall’ansia sono giunta ad uno stato di preoccupazione simile al panico, perché mi rendevo conto di quanto l'ignoranza, l’ imbecillità e lo sfregio alle regole sia diffuso in questa città.
Il negozio di FERRAMENTA della piazza, la VINERIA vicino l'ortofrutta araba, la PROFUMERIA dinanzi al panificio biologico, l'ELETTRAUTO limitrofo, la PIZZERIA vicina alla farmacia e la LAVANDERIA erano tutti allegramente aperti, con clienti sia all’interno che all’esterno, aggregati, vicinissimi, altro che metro di distanza di sicurezza. Più avanzavo e più capivo fosse meglio rientrare, così a metà percorso ho fatto dietro front. Il senso civico, l’amor proprio e per la mia città, e per la mia nazione, ma anche per tutti noi che ci stiamo sacrificando nella rigida osservanza delle regole mi hanno fatto decidere di chiamare le autorità competenti. 
Non mi sono svilita per la sfilza di numeri occupati, né per l’attesa che superava i 50 minuti, non mi sono arresa davanti a frasi come “non siamo l’ufficio competente". No Signori, non ho demorso e sebbene il Corpo di Polizia Municipale sia quello competente, non essendo da questa attesa, ho chiamato Polizia e Carabinieri, perché io la legge la conosco bene ed intendo che tutti la rispettino, ed alla fine ho ottenuto il risultato che volevo: CONTROLLI VERIFICHE E PATTUGLIE per strada. 
Non siamo in Cina dove vige una dittatura e chiunque si attiene alle regole altrimenti finisce in carcere, dove nonostante tutto in 70 giorni e più si è quasi arrestato il problema e da buona cittadina difendo e difenderò sempre la democrazia, la solidarietà e la libertà di chiunque, a maggior ragione in questo momento storico . Esistono previsioni di reato per chi se ne frega, per gli evasori delle regole sancite per tutti e pretendo che ognuno le rispetti . Voglio riprendere la mia vita e voglio che l’Italia ora in ginocchio, riparta presto, ma proprio per questo lo sforzo deve essere comune, nessuno è escluso da questo impegno. Chi sbaglia deve essere severamente punito. La libertà di chiunque termina esattamente dove inizia quella degli altri .
Prego tutti di avere il medesimo senso civico e di segnalare, nell’interesse della collettività, qualunque atteggiamento IMBECILLE E SPREGEVOLE RISPETTO AL COVID-19 perché altrimenti i flashmob e gli “#andràtuttobene” sventolanti dai balconi del quartiere non serviranno a nulla .
Peace and love ! .
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