Replica dell'Avv. Gianni Casale al nostro articolo del 18 luglio

Redazione • ago 12, 2024

La lettera dell'avv.to Casale esprime preoccupazione per la situazione in cui una madre e un assistente sociale ignorano le sentenze favorevoli al padre e distorcono la realtà, con il risultato di ingenerare confusione e ingiustizia nel sistema legale.

Ho apprezzato l'interessamento dell'associazione “Padri in Movimento” per la straordinaria vicenda di questo padre trattata nel vostro articolo (Link).

Questo papà è stato gravemente ostacolato dalla madre, che si è auto-nominata giudice, nonostante la Corte d'Appello abbia riabilitato il padre e il Tribunale dei Minorenni abbia liberalizzato gli incontri, escludendo i Servizi Sociali. Questi ultimi, schieratisi in modo imbarazzante a favore della madre, hanno persino costretto il padre a querelare la responsabile per calunnia.Quest’ultima, infatti, ha depositato una relazione al magistrato traboccante di valutazioni personali del tutto prive di fondamento, ma che indicano il padre come colpevole di comportamenti penalmente rilevanti verso il figlio.


Siamo di fronte a una vera follia, dove le sentenze che contano sono quelle emesse dalle madri non appena il provvedimento del magistrato non è di loro gradimento. “Il figlio non vuole vedere il padre”, “Il padre maltratta il figlio, non è colpa mia…”: queste sono le litanie che riempiono le illusorie giustificazioni della madre; illusorie perché essa crede che qualcuno possa minimamente crederci o darle seguito.


Inoltre, un servizio sociale che ascolta il minore senza avere un mandato specifico, senza le prerogative codicistiche e senza che esista la benché minima traccia dell’incontro, se non una striminzita relazione, solleva dubbi su come il giudice minorile possa prenderne atto. Ma anche qui siamo di fronte alla follia: l’assistente sociale afferma che il minore non deve essere affidato al padre, anche se i giudici hanno deciso diversamente, perché è sbagliato e, soprattutto, perché lo dicono loro. Questo elaborato intendo portarlo all’attenzione di ogni convegno o occasione pubblica in cui sarò chiamato a parlare delle anomalie del nostro sistema. Leggere quanto scritto dall’assistente sociale è davvero da brividi.


Ad oggi, una madre e un assistente sociale dettano le regole fregandosene decisamente di quanto deciso dalla legge: in Italia funziona così e ancora nessuno è intervenuto. Anzi, il Tribunale dei Minorenni è intervenuto chiedendo ulteriori indagini sulla situazione… !!! E intanto il tempo passa, e il minore racconta di fatti mai creati dal padre e mai riferiti in anni di vicende davanti a magistrati o operatori, ma che, guarda caso, emergono solo quando chi scrive è riuscito a dare giustizia a un padre ribaltando una sentenza del Tribunale dei Minorenni in Corte d’Appello.


L’Italia è un Paese meraviglioso anche per questo.


Avv. Gianni Casale

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