LA STRUGGENTE RICHIESTA DI AIUTO DI UN PAPA' SEPARATO
Redazione • 19 novembre 2020
Riceviamo la dolorosa lettera di Cristian, papà separato che ci ha chiesto di condividere la sua richiesta di aiuto perchè "non può rinunciare a fare il padre "

Spettabile redazione,
mi chiamo Cristian, vivo a Prato e oltre un anno fa sono stato denunciato per violenza nei confronti di moglie e figli.
Sono stato improvvisamente cacciato di casa alla presenza dei miei bambini. I miei vestiti riposti fuori la porta in buste dell’immondizia.
La possibilità è stata offerta da una precedente separazione fittizia, la quale prevedeva un accredito diretto di quasi tutto il mio stipendio sul conto corrente della mia ex moglie, in virtù di in accordo fatto con la stessa qualche tempo prima, a causa di miei pesanti debiti (Equitalia) ed in un momento nel quale mai avrei potuto pensare ad un voltafaccia simile.
Vivo da 15 mesi con buste paga molto basse: le cifre mensili che percepisco, vanno dai 70 euro al mese ai 100, a volte 300, a seconda dei casi, nonostante il mio stipendio sia di un impiegato di una grossa multinazionale.
Sono innocente.
Tuttora non mi è chiaro cosa possa aver scatenato un simile impeto nei miei confronti.
Inizialmente indagato, via via le indagini hanno fatto si venisse indagata la persona che mi ha denunciato e che ho amato: la madre dei miei figli.
Sono stato umiliato, picchiato.
Sono finito in ospedale in codice rosso.
Sto vivendo l’agonia dell’indigenza, ho subito sguardi ingiusti di accusa ed ho vissuto in prima persona il Covid, da solo e senza possibilità economiche come sospetto contagiato.
Mia madre e gli amici di sempre mi hanno aiutato.
In questo anno il mio avvocato mi ha sostenuto senza chiedermi compensi, almeno fino ad ora.
Il 27 Gennaio 2021, però, ci sarà un’udienza presso il Tribunale di Firenze, nella quale è stato chiesto dalla mia ex moglie, mediante il suo avvocato di non farmi vedere più i bambini.
Il mio avvocato non esercita all’infuori del Foro di Prato e purtroppo non potrà sostenermi.
Io sono alla ricerca di un avvocato, ma la mia situazione economica persistente dall’ Agosto 2019 non mi consente di trovarlo ed il mio reddito, nonostante le buste paga siano esigue, risulta elevato.
La mia costituzione in giudizio in questa udienza è fondamentale per salvaguardare i miei diritti e quelli dei miei figli.
Sono consapevole di aver descritto una storia inverosimile, ma posso documentarla anche perchè in seguito alla richiesta di archiviazione, il fascicolo penale è stato reso disponibile.
Sono alla ricerca di aiuto, ho bisogno di un legale e di giustizia.
Sono disposto a rinunciare alla mia privacy, ma non posso rinunciare a fare il padre.
Cristian

Qualche giorno fa, a Roma, una bambina di sei anni è stata vittima di un prelievo coatto ingiustificato, motivato dalla controversa e scientificamente rigettata teoria dell'alienazione genitoriale. Nonostante la riforma Cartabia preveda il ricorso a tali misure solo in caso di grave pericolo, il sistema ha ignorato i diritti della minore, strappandola dal calore della sua casa. Una comunità di vicini ha tentato invano di proteggere la piccola, opponendosi a un'operazione condotta con spietata freddezza burocratica. Questo episodio evidenzia un sistema che non tutela i bambini, ma li distrugge, mentre le istituzioni e il governo restano inerti, complici di un'ingiustizia che lascia ferite indelebili.

Essere un padre separato significa vivere a metà, affrontando non solo il dolore di essere lontani dai propri figli, ma anche enormi difficoltà economiche. Con oltre 800.000 padri separati che vivono sotto la soglia di povertà in Italia, la situazione è resa ancora più difficile dalla mancanza di supporto adeguato, come la recente cancellazione del Reddito di Cittadinanza. Nonostante il sistema ignori spesso il ruolo fondamentale dei padri, questi continuano a lottare, cercando di essere presenti nella vita dei loro figli, trasformando l’assenza in un amore che resiste, anche nell’indifferenza sociale ed economica.