Negli ultimi decenni, il femminismo ha portato avanti battaglie fondamentali per la parità di genere, ma non senza contraddizioni. Tra queste, l’uso del concetto di patriarcato come spiegazione onnicomprensiva per giustificare disuguaglianze e comportamenti controversi. Se il patriarcato è davvero il nemico da abbattere, perché alcune sue manifestazioni vengono tacitamente accettate quando garantiscono vantaggi? Vediamone qualcuno.
Diritti genitoriali: un privilegio silenzioso
Un esempio lampante si riscontra nei casi di separazione e affidamento dei figli. In Italia, secondo l'ISTAT (2022), l’89% delle sentenze di affido colloca i figli presso la madre. Questo perpetua l’idea che la donna sia l’unica figura centrale nella crescita dei bambini, relegando l’uomo al ruolo di visitatore. Paradossalmente, questa disparità è vista come un riflesso del patriarcato, ma nei fatti consolida un privilegio materno che raramente viene messo in discussione. La lotta per una vera equità genitoriale sembra scontrarsi con una resistenza culturale che il femminismo mainstream non sempre affronta apertamente.
La violenza domestica: una narrazione parziale
Il tema della violenza domestica è un altro ambito in cui il patriarcato viene indicato come unica causa. Tuttavia, i numeri raccontano una realtà più complessa. Secondo l’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali (FRA, 2021), 1 uomo su 3 in Europa dichiara di aver subito violenza fisica o psicologica in una relazione intima, rispetto al 39% delle donne. In Italia, il 26% delle vittime di violenza intrafamiliare è di sesso maschile (Ministero della Giustizia, 2022). Nonostante ciò, le campagne di sensibilizzazione e le risorse sono quasi esclusivamente rivolte alle donne. Questo approccio selettivo rischia di ignorare una parte significativa delle vittime, alimentando una visione distorta del problema.
Quote rosa: parità o privilegio?
Le quote rosa sono un altro tema controverso. Nate per favorire l'accesso delle donne a posizioni di potere, rischiano di consolidare l’idea che la parità sia una concessione, piuttosto che un diritto basato sul merito. In Italia, le quote rosa garantiscono che almeno il 40% dei posti in molti concorsi pubblici sia riservato alle donne. Tuttavia, in settori dominati da uomini, come l’ingegneria, si promuovono incentivi specifici per le donne, mentre nei settori dominati da donne, come la giustizia e l’istruzione (dove l’82% dei docenti è donna, MIUR 2023), non si applicano misure analoghe per gli uomini. Questa disparità alimenta il dubbio che la lotta per la parità sia a volte una battaglia selettiva.
Il peso del patriarcato sugli uomini
Spesso si dimentica che anche gli uomini subiscono le pressioni di un sistema patriarcale. Il dato più emblematico è quello dei suicidi: secondo l’OMS (2021), gli uomini rappresentano il 78% dei suicidi a livello globale. In Italia, ogni anno circa 3.000 uomini si tolgono la vita, spesso a causa di difficoltà derivanti dall’isolamento familiare dopo una separazione o dal peso del ruolo di “sostentatore” limitato al versamento dell'assegno di mantenimento. Questi numeri evidenziano che le aspettative sociali possono essere altrettanto oppressive per gli uomini, ma il dibattito pubblico spesso ignora questa realtà.
Giustizia e disparità di genere
Anche nel sistema giudiziario emergono discrepanze. Negli Stati Uniti, uno studio del 2022 ha rilevato che le donne ricevono pene più leggere del 63% rispetto agli uomini per gli stessi crimini (U.S. Sentencing Commission). In Italia, le madri accusate di abusi sui figli ottengono misure alternative al carcere nel 72% dei casi, mentre per i padri la percentuale scende al 18% (Ministero della Giustizia, 2022). Questi dati mostrano come il genere possa influenzare significativamente il trattamento giudiziario.
Conclusione: una sfida per il femminismo
Se il femminismo vuole essere realmente inclusivo e credibile, deve affrontare queste contraddizioni. Continuare a usare il patriarcato come alibi rischia di minare la fiducia nel movimento e di perpetuare disuguaglianze mascherate da battaglie per la parità. La vera sfida per il femminismo moderno non è solo combattere un sistema oppressivo, ma anche riflettere sulle sue stesse incoerenze. Il richiamo alla parità di genere perde forza quando viene usato per giustificare privilegi unilaterali o per ignorare problemi che colpiscono altre categorie.
Solo una visione veramente egualitaria, capace di riconoscere i problemi di entrambi i sessi, potrà essere credibile. Concludiamo affermando che il femminismo non può permettersi di erigersi a giudice unico delle disuguaglianze, mantenendo il silenzio su quelle che non rientrano nella sua narrativa. Continuare su questa strada rischia di trasformare la lotta per la parità in una semplice battaglia di convenienza. È giunto il momento di superare il concetto di "parità a senso unico" e di abbracciare un impegno reale per l'equità, che non abbia paura di mettere in discussione anche i propri dogmi.